Quadro generale
Le Autorità polacche hanno predisposto un articolato ed efficace sistema di agenzie ed enti, da un lato, e di incentivi e agevolazioni, dall’altro, al fine di richiamare nel Paese un numero sempre maggiore di investitori esteri, contando anche sull’interesse destato presso gli operatori economici stranieri dalle prospettive connesse agli ulteriori ingenti fondi UE assegnati a Varsavia nel periodo 2014-2020 rispetto al precedente settennato. I principali strumenti d’incentivazione messi a disposizione degli investitori stranieri consistono in:
• incentivi fiscali, amministrativi e logistici agli investimenti nelle Zone Economiche Speciali;
• sostegni finanziari per il supporto degli investimenti in settori di importanza per l’economia nazionale;
• esenzione dall’imposta sugli immobili.
Le Agenzie
La PAIiIZ (Polska Agencja Informacji i Inwestycji Zagranicznych – Agenzia Polacca per l’Informazione e gli Investimenti Esteri; http://www.paiz.gov.pl) è una società per azioni controllata dal Ministero del Tesoro che, nata nel 2003 dalla fusione fra l’Agenzia Nazionale per gli Investimenti Esteri e l’Agenzia Polacca per l’Informazione, si occupa, sotto il coordinamento del Ministero dell’Economia, di attrarre e assistere gli investitori stranieri in Polonia, nonché di promuovere l’immagine di quest’ultima quale produttrice e fornitrice di beni e servizi.
Al fine di rendere un supporto più vicino all’utenza, la PAIiIZ ha inoltre creato una rete di Centri Regionali di Assistenza agli Investitori finalizzati a migliorare la qualità dei servizi offerti a questi ultimi e a far da tramite con le Autorità locali.
La PARP (Polska Agencja Rozwoju Przedsiębiorczości – Agenzia Polacca per lo Sviluppo dell’Imprenditorialità; http://www.parp.gov.pl) è un ente subordinato al Ministero dell’Economia avente il compito di contribuire allo sviluppo economico e sociale della Polonia attraverso iniziative finanziate con risorse pubbliche nazionali e UE, finalizzate alla promozione dell’innovazione, delle risorse umane, dell’espansione sui mercati esteri e dello sviluppo regionale, con una particolare attenzione alle esigenze delle PMI.
Il KSU (Krajowy System Usług – Sistema Nazionale dei Servizi; http://www.ksu.parp.gov.pl) è una rete di oltre 200 centri specializzati nella prestazione di servizi alle PMI ed agli operatori in procinto di avviare una nuova attività economica. E’ stato creato nel 1996 su impulso dell’allora Fondazione Polacca per la Promozione e lo Sviluppo delle PMI (l’attuale PARP), che ancora oggi ne coordina l’attività. I servizi offerti spaziano da quelli informativi e di consulenza fino a quelli finanziari (inclusa l’erogazione di prestiti).
Gli strumenti
Le Zone Economiche Speciali
In Polonia esistono 14 Zone Economiche Speciali (c.d. ZES) , istituite con Legge del 20 ottobre 1994 e successive modifiche (Gazzetta Ufficiale n. 123, voce 600, del 1994. Occupano una superficie complessiva di ca. 15.673 ettari e sono delle aree non abitate, circoscritte dal territorio polacco, destinate all’esercizio di attività economiche a condizioni speciali. Gli imprenditori che vi insediano la loro azienda possono beneficiare di aiuti pubblici.
Tutte le ZES saranno attive sino al 31 dicembre 2026 (inizialmente sino al 31/12/2020), in base a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità che il Governo polacco ha varato in data 23 luglio. Obiettivo primario di queste zone è quello di accelerare lo sviluppo economico del territorio, soprattutto attraverso l’insediamento di specifici comparti di attività economica, l’adozione di nuove soluzioni tecniche e tecnologiche, la promozione e lo sviluppo dell’export, il miglioramento della competitività, ma soprattutto la creazione di nuovi posti di lavoro.
L’autorizzazione ad operare in una ZES viene concessa dal relativo Consiglio di Amministrazione, il quale presta poi la sua assistenza durante tutto il processo d’investimento.
Le ZES sono:
- Kamienna Góra
- Katowice
- Kostrzyn-Słubice
- Kraków
- Legnica
- Łódź
- Mielec
- Pomorska
- Słupsk
- Starachowice
- Suwałki
- Tarnobrzeg
- Wałbrzych
- Warmia-Mazury
L’ammontare dell’aiuto pubblico, sotto forma di esenzione fiscale, non può superare un limite massimo che varia a seconda del Voivodato ed è espresso in percentuale 1) dei costi connessi alla realizzazione del nuovo investimento, che non può essere inferiore a 100.000 euro, 2) del costo del lavoro dei neo-assunti sostenuto nel corso di due anni o 3) di entrambi i fattori, a condizione che l’aiuto concesso non superi quello massimo consentito. Le quote sono pari:
Dal 1 luglio 2014 è entrata in vigore una nuova suddivisione degli aiuti per il periodo 2014-2020. L’aiuto ammonta alle seguenti percentuali:
– 50% nelle province (województwa) di: Lublino, Precarpazi, Podlaschia, Warmia-Masuria;
– 35% nelle province (województwa) di: Cuiavia-Pomerania, Lubusz, Łódź, Piccola Polonia, Opole, Pomerania, Santacroce, Pomerania Occidentale, parte della Masovia;
– 25% nelle province (województwa) di: Bassa Slesia, Slesia, Grande Polonia;
– 20% in parte della Masovia;
– 15% a Varsavia sino al 31 dicembre 2017;
– 10% a Varsavia a partire dal 1 gennaio 2018.
Le quote summenzionate possono aumentare del 20% e del 10% nel caso di progetti d’investimento non superiori a 50 milioni di euro effettuati, rispettivamente, da imprese piccole (ovverosia con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a € 10 mln) e medie (ovverosia imprese non rientranti nella categoria delle piccole, con meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a € 50 mln o un totale di bilancio annuo non superiore a € 43 mln). Nel caso di grandi progetti d’investimento (quelli che comportano costi eleggibili ai fini della concessione dell’esenzione fiscale superiori a € 50 mln) viene applicata una specifica equazione matematica definita nelle disposizioni normative concernenti l’aiuto pubblico nelle ZES.
Per beneficiare degli incentivi fiscali gli imprenditori devono comunque osservare una serie di condizioni:
• Nel caso gli incentivi siano concessi a titolo di nuovo investimento
o la proprietà dei beni oggetto di detto investimento non può essere trasferita nei 5 anni successivi alla sua effettuazione (3 in caso di PMI);
o l’attività economica deve essere condotta per almeno 5 anni (3 in caso di PMI).
• Nel caso gli incentivi siano concessi a titolo di creazione di nuova occupazione
o i nuovi posti di lavoro devono essere conservati per almeno 5 anni dal momento della loro creazione (3 in caso di PMI).
I parchi tecnologici e industriali
I PTI (Industrial and Technology Parks) sono distretti caratterizzati dalla presenza di imprese operanti nello stesso settore e di istituti scientifici e di ricerca che ne supportano l’attività. Nonostante gli elementi che li accomunano (obiettivi, modalità di funzionamento, struttura organizzativa, ecc.), ciascun parco ha una propria “vocazione” derivante dalle caratteristiche economiche, sociali e culturali dell’area in cui si trova e dalle risorse umane e materiali presenti nel relativo territorio.
Nell’ambito dei PTI sussiste una distinzione fra i parchi tecnologici, da una parte, e quelli tecnologico-industriali, dall’altra. I primi, costituiti da un’area dotata di infrastrutture dove sorgono edifici tra loro separati, ambiscono a diventare catalizzatori di know-how tecnologico al fine di trasferirlo a istituzioni scientifiche e imprese. Agli imprenditori che intendano avvalersi delle nuove tecnologie viene fornita assistenza sotto forma di: consulenza in materia di avvio e sviluppo dell’attività di affari, creazione di un adeguato business climate, trasferimento di know-how tecnologico e trasposizione dei risultati della ricerca scientifica in innovazione tecnologica.
I parchi tecnologico-industriali, invece, si avvalgono di infrastrutture che in passato erano utilizzate da imprese poi soggette a ristrutturazione o fallite, con l’obiettivo di attrarre investimenti e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, assicurando condizioni preferenziali e mettendo a disposizione spazi adeguati ad aziende economicamente solide che impieghino nuove tecnologie.
Il sistema di sostegno agli investimenti prioritari per l’economia polacca
Trattasi di uno strumento finalizzato ad accrescere il tasso d’innovazione e produttività dell’economia polacca attraverso il sostegno a investimenti che comportino l’impiego di tecnologie avanzate e la creazione di posti di lavoro ad alto valore aggiunto. Il sistema mira a favorire gli investimenti diretti esteri nei seguenti settori, giudicati prioritari per l’economia polacca:
• automotive;
• elettronica ed elettrodomestici;
• aviazione;
• servizi innovativi;
• food processing;
• sviluppo e ricerca (R&D);
• biotecnologie;
Possono presentare richiesta di contributo anche imprese che intendono effettuare grandi progetti d’investimento indipendentemente dal settore di attività. La pratica di richiesta di sostegno pubblico è istruita dalla PAIiIZ su domanda dell’investitore. Viene successivamente vagliata dal Comitato Interministeriale per gli Investimenti Esteri presso il Ministero dell’Economia e poi dal Consiglio dei Ministri, dopo di che, in caso quest’ultimo dia parere positivo, il Ministro dell’Economia firma con l’investitore il relativo accordo. Prima che ciò avvenga, però, deve generalmente esserne data notifica alla Commissione UE. Il contributo può essere concesso a titolo di creazione di nuovi posti di lavoro o di nuovo investimento. Nel primo caso il contributo può variare (a seconda del numero di nuovi posti di lavoro) da 3.200 a 15.600 zloty per ogni persona assunta qualora si sia in presenza di:
1) un nuovo investimento produttivo di almeno 40 milioni di zloty nei settori
dell’automotive, dell’elettronica/elettrodomestici, dell’aviazione, del food processing e della biotecnologia, comportante la creazione di almeno 250 nuovi posti di lavoro;
2) un nuovo investimento nel settore dei servizi innovativi, comportante la creazione di almeno 250 nuovi posti di lavoro;
3) un nuovo investimento di almeno 1 milione di zloty nel settore sviluppo e ricerca, comportante la creazione di almeno 35 nuovi posti di lavoro;
4) un nuovo grande investimento di almeno 750 milioni di zloty in altri settori, comportante la creazione di almeno 200 nuovi posti di lavoro oppure di almeno 500 milioni di zloty con la creazione di 500 nuovi posti.
Nel secondo caso il contributo può variare (a seconda dell’ammontare dell’investimento per lavoratore e del numero di occupati) dal 2 al 12,5% dei costi ammessi qualora si sia in presenza di:
1) un nuovo investimento di almeno 160 milioni di zloty nei settori prioritari, comportante la creazione di almeno 50 nuovi posti di lavoro;
2) un nuovo grande investimento di almeno 750 milioni di zloty in altri settori, comportante la creazione di almeno 200 nuovi posti di lavoro oppure di almeno 500 milioni di zloty con la creazione di 500 nuovi posti.
Per quanto riguarda il settore sviluppo e ricerca (R&D) il contributo può arrivare sino al 10% dei costi ammessi nel caso in cui ci sia un investimento di 10 milioni di zloty con la creazione di almeno 35 nuovi posti di lavoro.
L’esenzione dalla tassa sugli immobili
E’ facoltà dei Comuni, nei limiti stabiliti dalla legge, fissare le aliquote e/o esentare dal pagamento di contributi e tasse locali, inclusa quella sugli immobili (terreni, edifici e costruzioni o loro parti). I Consigli Comunali, in particolare, possono esentare gli imprenditori dal pagamento della tassa sugli immobili come forma di sostegno pubblico. La relativa delibera di autorizzazione può essere adottata solamente previa domanda dell’imprenditore, redatta nelle forme previste. I costi connessi all’investimento sostenuti prima dell’autorizzazione non possono essere eleggibili ai fini della quantificazione del sostegno pubblico. Quest’ultimo è calcolato in relazione ai costi dell’investimento o a quelli sostenuti per la creazione di posti di lavoro.
Ai fini dell’ottenimento dell’esenzione sono previste, oltre alla presentazione della suddetta domanda, le seguenti condizioni:
1) copertura, da parte dell’imprenditore, di almeno il 25% dei costi eleggibili con risorse proprie o comunque non provenienti da altri strumenti di sostegno pubblico;
2) mantenimento dell’investimento nella medesima area per almeno 5 anni (3 nel caso delle PMI) a partire dal termine della sua realizzazione;
3) nel caso l’esenzione sia concessa a titolo di creazione di nuovi posti di lavoro, questi ultimi devono essere istituiti entro tre anni dal termine della realizzazione dell’investimento e mantenuti per almeno 5 anni (3 nel caso delle PMI) a partire dalla loro creazione; inoltre deve essere conservato un livello occupazionale non inferiore a quello medio dei 12 mesi precedenti la creazione dei nuovi posti di lavoro.
Gli incentivi all’assunzione di disoccupati
Sono previsti in vista dell’assunzione o della partecipazione a training di disoccupati segnalati dagli uffici locali per l’impiego e possono assumere le seguenti forme:
• servizi di consulenza finalizzati a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
• rimborso dei costi salariali in caso di assunzione di disoccupati aventi una posizione di svantaggio sul mercato del lavoro (durata ed entità del rimborso dipendono in questo caso dalle tipologie di beneficiari del programma);
• contributo finanziario all’acquisto delle attrezzature necessarie all’allestimento del luogo di lavoro (fino a una cifra massima corrispondente a sei volte lo stipendio medio polacco);
• presa in carico, da parte del competente ufficio per l’impiego, delle retribuzioni percepite da partecipanti a stage di formazione on the job per un periodo compreso fra un minimo di tre e un massimo di dodici mesi (prevista la possibilità, al termine del training, di concludere un contratto di lavoro con i tirocinanti selezionati);
• sostegno finanziario a programmi di formazione destinati a disoccupati e finalizzati a far acquisire loro nuove qualificazioni e competenze professionali;
• rimborso dei contributi sociali (fino a una cifra massima corrispondente al 300% del salario minimo polacco), a condizione che la persona segnalata dall’ufficio per l’impiego sia stata occupata full-time per 12 mesi e che al termine di tale periodo sia ancora occupata.
Gli imprenditori interessati devono contattare i competenti uffici per l’impiego, predisporre e inviare la domanda corredata della pertinente documentazione e relativa alla specifica tipologia d’incentivo richiesta.
I fondi UE
Nel periodo di programmazione finanziaria 2007-2013 la Polonia e’ stato il principale beneficiario dei fondi UE stanziati nell’ambito della politica di coesione, con un afflusso finanziario di 67,28 miliardi di euro. A questi occorre aggiungere € 13,23 mld erogati nel contesto della politica agricola comune e € 0,73 in quello della politica comune della pesca. Al fine di gestire al meglio i fondi comunitari, il Governo polacco ha istituito il Ministero dello Sviluppo Regionale, che coordina tutte le azioni connesse ai finanziamenti UE (tranne quelli relativi ad agricoltura e pesca, che vengono gestiti dal Ministero dell’Agricoltura).
Per quanto riguarda il periodo 2014-2020, la Polonia avrà a disposizione:
• Strategia Nazionale per la Coesione: con un contributo UE di € 82,5 ml, che verranno suddivisi in 22 programmi operativi nazionali e regionali In particolare, € 45,6 mld per i 6 Piani Operativi Nazionali (PO Infrastrutture e Ambiente, con un contributo UE di € 27,5 mld; PO Sviluppo Intelligente, € 8,6 mld; PO Educazione e Sviluppo della Conoscenza, € 4,4 mld; PO Polonia Digitale, € 2,3 mld; PO Polonia Orientale, € 2,1 mld; PO Assistenza Tecnica, € 0,7 mld) e € 31,2 mld per i 16 Programmi Operativi Regionali;
• Piano Strategico per lo Sviluppo delle Aree Rurali, che avrà a disposizione € 11 mld;
• Programmi vari, con risorse pari a € 5,7 mld.
(aggiornamento: gennaio 2015)